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Un’esperienza tutta nostra, io e i miei figli:

Irlanda, luglio 2016.

Venerdì pomeriggio: prepariamo le valigie per partire per l'Irlanda, io e i bambini, e siamo visibilmente sopraffatti da sentimenti diversi: felicità, agitazione, nervosismo, curiosità, insomma tutto ciò che si può provare prima di un’esperienza totalmente nuova, mai fatta prima.

Sabato mattina, molto presto, salutiamo Daddy, con un po’ di tristezza nel cuore, e partiamo alla volta di Dublino. Leggo nei miei figli tante domande che non mi pongono: come sarà la famiglia che ci ospita? Come saranno i loro bambini? Come faremo a farci capire se non riusciamo a parlare in inglese? Come sarà il camp che la mamma ha scelto per noi? Partiamo. Voliamo. Atterriamo parlandoci quel poco che basta per non travalicare il nostro spazio di sicurezza, il nostro io che ci protegge in una situazione per noi totalmente nuova e sconosciuta.

All’aeroporto ci accoglie Bridget, la nostra organizzatrice che subito si prende cura di Riccardo e Sofia, affamati e stanchi dal viaggio, con un’attenzione che non dimenticherò facilmente. Bene! Il primo passo è fatto: macchina affittata, bambini rilassati e via … verso la nostra hosting family, a Garristown, un delizioso paese a nord–ovest di Dublino. Proprio come in una cartolina, ciò che ci colpisce subito è il verde dell’erba che fa contrasto ad un cielo azzurro in cui le nuvole camminano, a volte corrono, galoppano … chissà dove.

La mamma ospitante e io ci accorgiamo subito che i nostri figli maschi e le nostre figlie sono molto simili: Riccardo e C. molto riservati, schivi, guardinghi e un po’ riluttanti alla novità, mentre Sofia e R. sono buffe, chiacchierone, sensibili e subito amiche! E ci chiediamo: come faranno i due grandi a socializzare? A parlare? Al di là della lingua che non è certo un problema! E poi, magicamente, come tutti i bambini sanno fare, si lanciano in una pillow fight! E’ fatta! Basta un “ready, steady, go” detto senza proferir parola e il gioco inizia. Sentiamo risate, sonore risate, … gli sguardi e i sorrisi non hanno nazionalità!

Possiamo cominciare la nostra settimana fatta di attimi quotidiani, di condivisioni, di scambi di esperienze e di tanti giochi insieme, la labile barriera iniziale si è infranta in un istante!   Il camp “che la mamma ha scelto per noi” è un camp avventura, solo bambini irlandesi e tante nuove esperienze: rafting, canoeing, archery, kayaking, raft building, climbing wall, team building games e molto altro. E così passano i giorni, i bambini si divertono e si confrontano con la loro prima esperienza all’estero, “da soli” affrontando ogni difficoltà con il proprio carattere e rafforzando anche il loro rapporto di fratello e sorella.

In famiglia parliamo sempre inglese, io li sprono quando percepisco un tentennamento e mi rendo conto, sorprendendomi ogni volta, che il loro livello di comprensione è altissimo, non solo tra di loro bambini, ma capiscono qualsiasi cosa gli venga chiesta da Mum o Dad, certo se parlano lentamente, ma direi che è un ottimo traguardo!

Compatibilmente con il loro carattere, Sofia e Riccardo comunicano, giocano, chiedono, si fanno capire, con parole e gesti, senza timori, ma con passione e curiosità. Mi chiedono come domandare a volte, e poi si ripetono la frase in testa prima di ripeterla e mi guardano con gli occhi felici quando ottengono risposta! Penso di aver regalato ai miei figli una conferma che la loro educazione bilingue sia cosa buona giusta, in un mondo che ha bisogno di menti aperte, curiose e illuminati. Trascorsi 7 giorni partiamo, portandoci via un pezzetto di loro e lasciando un pezzetto di noi … e un ricordo per i nostri nuovi amici irlandesi.   See you in the next adventure, Ireland!

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